OMAGGIO A EUGENIO GUGLIELMINETTI

Voci dall’Olimpo. Nato con il virus del teatro nel sangue

Eugenio Guglielminetti presso la libreria Alphabeta Asti

Eugenio Guglielminetti, nato ad Asti il 17 luglio 1921, allievo di Giuseppe Manzoni e Felice Casorati, è stato uno dei più grandi scenografi, pittori e scultori italiani. Nel 1998 istituisce la Fondazione Eugenio Guglielminetti che nel 2016, nel decennale della sua scomparsa, gli rende omaggio con un fantasioso allestimento museale.

“Quando intervistai Eugenio Guglielminetti -scrive Manuela Furnari- ero molto giovane, ma ricordo ancora la sensazione che provai: dopo avere sfogliato tutti gli appunti, scrissi che avevo fatto l’intervista con la sferzante illusione di ritrovarmi in un mondo di cui avevo fatto parte. È la magia del teatro. È la magia di un grande uomo di teatro.”

Eugenio Guglielminetti intervista di Manuela Furnari teatro la Gazzetta della Musica Libreria Alphabeta Asti

“Volevo fare il pittore, assolutamente il pittore, e sono stato punito a fare lo scenografo”

Eugenio Guglielminetti Manuela Furnari La Gazzetta della Musica

L’intervista è stata realizzata presso la Libreria Alphabeta di Asti nel giugno 1996 e pubblicata su La Gazzetta della Musica.

Estratto delle risposte di Eugenio Guglielminetti.

Il teatro è un virus che ti entra nel sangue. Ha preso tutto di me, la mia anima, il mio tempo, i miei affetti.

Quando Piero Angela mi propose questo lavoro (Alla scoperta del corpo umano) gli risposi semplicemente “propri mi?”. Mi sembrava quasi assurdo che per una trasmissione sul corpo umano si rivolgesse a me. Ma di fronte alle riprese del microscopio elettronico, mi accorsi che il mondo nel quale mi si proponeva di immergermi era un mondo fantastico con un’apertura figurativa. Per di più le fotografie erano in bianco e nero e così, facendo anche una scelta coloristica, mi sono ritrovato a giocare con Max Ernest, Kandinsky, e una certa pittura surrealista. Ho pensato: crediamo di avere inventato chissà cosa e non abbiamo inventato nulla. […]

Noi che veniamo dal teatro abbiamo portato in televisione anche un po’ della finzione teatrale che mirava invece ad un realismo che non riusciva mai a raggiungere. In fondo, aveva ragione Fellini quando diceva che ciò che è falso sembra vero: in cielo possono esserci anche due lune ed essere credibili. […]

Io volevo fare il pittore, assolutamente il pittore, e sono stato punito a fare lo scenografo. Scenografo e costumista insieme, perché è come se un pittore in un quadro dipingesse il paesaggio e poi chiamasse un altro pittore per dipingere le figure. […]

Non mi ritengo uno scrittore: scrivere è un vezzo, una sorta di civetteria privata che, per caso, è venuta fuori, incontrando Armando Brignolo e Ezio Quarantarelli della Lindau. […]

Ho anche recitato, quante volte nelle compagnie ho interpretato piccole parti: in “Viaggio a Goldonia” di Goldoni era Canaletto chiamato Guglielmi il Guglielminetto. […]

Ma la regia non l’ho mai voluta fare. In fondo, quando scrivo, nel libro, faccio tutto: la regia, lo scenografo, il costumista, anche le musiche, in un certo senso… Anche se nella vita tutto è possibile. Soltanto che, nella vita, bisognerebbe avere due vite.

Eugenio Guglielminetti intervistato da Manuela Furnari